Il grido di protesta dell’Anpi, del Pd e dei sindacati. Il Ministero si difende: “Nessuno vuole cancellarli”. Ma in realtà nei nuovi programmi non sono né citati, né previsti
ROMA – Sembra l’ennesima conformazione, l’ennesimo salto all’indietro dell’attuale maggioranza di destra. Per la gloriosa ANPI (Associazione dei partigiani d’Italia) «è semplicemente una vergogna» ma certo è che se derivasse da una precisa scelta ci sarebbe da fare le barricate. Dai programmi di storia per il quinto anno del ciclo scolastico superiore, è scomparso qualsiasi riferimento alla Resistenza e all’antifascismo.
Come noto, già dall’epoca del ministro Berlinguer si era deciso che, nell’ultimo anno di corso, gli studenti dovessero occuparsi del Novecento. La relazione ministeriale ai nuovi programmi afferma che non si può prescindere da «il nazismo, la shoah e gli altri genocidi del XX secolo, la seconda guerra mondiale, la guerra fredda (il confronto ideologico tra democrazia e comunismo), l'aspirazione alla costruzione di un sistema mondiale pacifico (l'Onu), la formazione e le tappe dell'Italia repubblicana». Nessun accenno alla Resistenza, al fenomeno dei partigiani e alla Liberazione. La "furbata" dei geniali collaboratori della ministra sta nel fatto, come hanno dichiarato, di considerare comunque come argomenti fondamentali Resistenza e antifascismo, senza bisogno di doverli citare nelle indicazioni nazionali.
«È grave - afferma il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo - che nelle indicazioni nazionali di storia, per l’ultimo anno dei licei, non ci sia la Resistenza che è stata uno straordinario movimento di massa contro il fascismo e che ha ispirato i contenuti della nostra Costituzione».
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ROMA – Sembra l’ennesima conformazione, l’ennesimo salto all’indietro dell’attuale maggioranza di destra. Per la gloriosa ANPI (Associazione dei partigiani d’Italia) «è semplicemente una vergogna» ma certo è che se derivasse da una precisa scelta ci sarebbe da fare le barricate. Dai programmi di storia per il quinto anno del ciclo scolastico superiore, è scomparso qualsiasi riferimento alla Resistenza e all’antifascismo.
Come noto, già dall’epoca del ministro Berlinguer si era deciso che, nell’ultimo anno di corso, gli studenti dovessero occuparsi del Novecento. La relazione ministeriale ai nuovi programmi afferma che non si può prescindere da «il nazismo, la shoah e gli altri genocidi del XX secolo, la seconda guerra mondiale, la guerra fredda (il confronto ideologico tra democrazia e comunismo), l'aspirazione alla costruzione di un sistema mondiale pacifico (l'Onu), la formazione e le tappe dell'Italia repubblicana». Nessun accenno alla Resistenza, al fenomeno dei partigiani e alla Liberazione. La "furbata" dei geniali collaboratori della ministra sta nel fatto, come hanno dichiarato, di considerare comunque come argomenti fondamentali Resistenza e antifascismo, senza bisogno di doverli citare nelle indicazioni nazionali.
«È grave - afferma il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo - che nelle indicazioni nazionali di storia, per l’ultimo anno dei licei, non ci sia la Resistenza che è stata uno straordinario movimento di massa contro il fascismo e che ha ispirato i contenuti della nostra Costituzione».
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